martedì 27 maggio 2008

SAGGIO BREVE

LA POLEMICA ILLUMINISTICA NEI CONFRONTI DELLA SUPERSTIZIONE



Oggi la critica è concorde nell’attribuire al movimento filosofico-culturale che si sviluppò nei secoli diciassettesimo e diciottesimo il nome di “Illuminismo”.Tale periodo è caratterizzato dalla fede nella ragione come mezzo per liberare la mente dalla superstizione, dall’ignoranza e dall’oscurantismo. La superstizione è stata considerata dagli Illuministi, al pari dell’ignoranza, un ostacolo per il progresso. Ciò scaturisce anche dal fatto che oltre alla fede nella ragione gli intellettuali di questo periodo avevano fiducia nel genere umano e nella sua capacità di promuovere il progresso. Invece la superstizione era stata usata da alcuni sovrani del passato per conseguire il consenso del popolo, quel “consenso” tanto chiaro al Macchiavelli. Per fare un esempio di quanta demagogia si può trovare nella superstizione bisogna partire da lontano. Già Ottaviano Augusto aveva conseguito il consenso del popolo proprio con la superstizione. Egli, come i monarchi assolutistici orientali, si faceva venerare come un “Dio” (divus), ed usava la superstizione come strumento per mantenere quella“pax augustea” tanto famosa. La visione di una religione come strumento per il buon andamento dello stato (instrumentum regni) verrà poi adottata dal Machiavelli. La superstizione dunque é stato un efficace mezzo per i sovrani allo scopo di ottenere adulazione e mantenere il potere dello stato, molte volte a discapito del popolo. Purtroppo una diretta connessione fra superstizione e ignoranza ha dato alla luce gravi problemi: il terrorismo e il fanatismo “fondamentalista”. Del fanatismo ce ne parla già Voltaire come una degenerazione della superstizione, come emerge dalla conclusione dell’opera “Dizionario Filosofico” in cui spiega che “meno superstizioni, meno fanatismo; meno fanatismo, meno sventure”. Un altro intellettuale illuminista, De Condorcet, nell’opera: “Quadro storico dei progressi dello spirito umano”, definisce la superstizione ostacolo per il progresso umano. Per spiegarci che la scienza non contaminata dalla superstizione ha conosciuto il progresso egli ci parla di Galilei come colui che “fondò la prima scuola in cui le scienze sono state coltivate senza alcuna mescolanza di superstizione, derivante dal pregiudizio”. Beccaria invece nella celeberrima opera: “ De’ Delitti e delle Pene” definisce la superstizione come “quello spirito tenebroso di cabala e d’intrigo”che può sparire solo “in faccia ai lumi”. Dunque ancora una volta un intellettuale illuminista ribadisce la forza civilizzatrice della ragione e la negatività della superstizione. Altri filosofi, oltre a Galilei, hanno creduto che fosse necessaria la separazione fra fede e ragione. Giordano Bruno e Thomas Hobbes hanno infatti affermato una netta separazione fra fede e ragione, dal momento che molte volte la religione rischiava di non promuovere il progresso bensì il regresso rinchiudendo l’uomo all’interno di limiti posti dai suoi dogmi. Ma il critico Illuminati nella sua “Introduzione al Contratto sociale di Jean- Jacques Rousseau” definisce come diretta conseguenza della superstizione, “l’intolleranza”. Egli spiega che “ la via d’uscita che si propone (Rousseau) sta nell’adozione di una religione civile, che non consti di dogmi, ma di articoli fissati dal corpo sovrano e aventi la funzione di regole di socievolezza, senza le quali è impossibile vivere da buon cittadino”. Quindi Voltaire, De Condorcet, Beccaria e Rousseau trovano certamente un punto d’accordo nel dire che la superstizione sia una cosa negativa. Tuttavia gli autori forniscono delle vie d’uscita. Beccaria ci suggerisce la stampa come strumento che dia lucide informazioni in modo da eliminare quel senso di pregiudizio che dà luogo alla superstizione e al fanatismo. Rousseau ci suggerisce una “religione civile” che elimini i dogmi intolleranti delle religioni nazionali. Infine c’è da dire che purtroppo il problema della superstizione, oggi, ci tocca da vicino. Proprio quell’intolleranza e quel fanatismo sono stati causa degli attentati dell’undici settembre duemilauno, e hanno dato origine alla guerra nel marzo del duemilatre, per non parlare degli attentati di Madrid, Londra e di quelli che in Iraq avvengono praticamente quotidianamente.

Nessun commento: